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Caro diario – La pandemia

Antonio Fava

CARO DIARIO

Avvio qui, in tempo d’isolamento, quarantena, paure e menefreghismi, una serie di riflessioni su quel che mi si para innanzi.

Ora, tanto per cominciare, mi si para un’epidemia globale.

Caro diario,

ritornato dagli States appena in tempo per fare un ultimo viaggio tranquillo, ho trovato una Patria infettata. Da un virus. Anzi, due. Il primo, terribile, inafferrabile, veloce, spietato. Il secondo endemico, ma pur sempre in forte crescita, addirittura in accelerazione, come fosse invidioso del primo. Così che ora, almeno in Europa, siamo in prima posizione per il Covid-19 e per il Mugugno. E pensare che Grande Mugugno è stato, per alcuni secoli, un primato francese, les françaises boudeurs d’Europe. Ora siamo noi il Grande Mugugno d’Europa. Perché mugugna un italiano? Ma via! perché c’è da rispettare una regola! E poco importa che la regola sia giusta, necessaria; poco importa che venga da un’autorità che tu, italiano hai voluto col tuo voto; e apriti o cielo! se viene da un’autorità che tu non avevi votato e che non volevi. Sì caro diario, l’unica cosa che tiene uniti gli italiani è l’insofferenza per le regole.

Caro diario,

appena rientrato dalla Turchia, il 2 gennaio e prima di partire per gli USA, il 29 di gennaio, avevo risistemato il mio studio e organizzato il mio lavoro in modo da isolarmi, restare solo, concentrarmi al massimo e portare avanti i miei progetti, tanti, difficili, tutti appassionanti. Così che il mio gennaio è stato un successo dal punto di vista di un isolamento ermetico volontario. Poi, dopo tre settimane molto socializzate in Missouri e in Illinois, ben riuscite e davvero ben affollate, tra insegnamento e rappresentazioni, hop! A casa-dolce-casa! Tutto riprende, isolamento, concentrazione, lavoro, progetti su progetti, Trolly accanto che dorme e russa nel suo cestone; mentre fuori crescono il panico, le fughe in massa, i contagi, le rivolte, i decessi … Il bel dipinto che ne avrebbe tratto Monsù Desiderio!

Caro Diario,

il 2020 è, per il mio lavoro, sostanzialmente perduto. Non tutto, non tutto e l’ultima parola riguardante il contagio, oggi 10 marzo 2020, non è stata ancora detta. Ma molta parte del mio lavoro non c’è più. Ora si cerca di mettere insieme quanti più pezzi sarà possibile recuperare. La perdita economica è un puro e semplice disastro. Quella d’immagine ci travolge tutti come “italiani appestati”, con immaginabili ritardi nel recupero futuro, poiché molto probabilmente si trascineranno pregiudizi, diffidenze, paure e, la parola che va detta la dico: superstizione. È sul piano personale che qualcosa può ancora funzionare bene: la riflessione, lo studio, la preparazione, il perfezionamento, l’elaborazione di nuovi progetti che andranno in porto, e ci andranno! oh! se ci andranno!

Caro diario,

leggo le notizie stando qui, nel mio studio. Senza uscire, si sa tutto, tutti sanno tutto. S’incrociano le notizie vere con le false e con le fughe di notizie; i diversi punti di vista, le opinioni, le osservazioni, le ipotesi; e si ricavano, dal tutto, una spiegazione e un punto della situazione, diciamo pure, sensati. Il martellamento è: state in casa. Cavolo! Io ci sono già! C’ero già! E … porca miseria, sono italiano! Vuoi vedere che io questa regola non l’accetto e mi metto a fare vita sociale ravvicinata scatenata ovunque, comunque e con chiunque? … Beh, carissimo Diario, io no. Non sono quell’italiano lì. Io stesso, nell’organizzazione del mio lavoro definisco regole ed esigo che siano rispettate, da me per primo e dai miei collaboratori allo stesso modo.

Caro Diario,

ognuno può contribuire, rispettando le regole. Ognuno lo faccia. Non c’è altra via. E se ce n’è un’altra e qualcuno la conosce, informi le autorità competenti che poi la acquisiranno e provvederanno ad informare tutti noi! La Mugugnite sparge panico, cattiva informazione, falsa informazione, delegittima le sole autorità da ascoltare senza fare storie, quelle sanitarie.

Caro diario,

non esiste la certezza assoluta di evitare il pericolo, anche nel rispetto scrupoloso delle regole. Un minimo di relazioni, anche fortuite, ci dovrà pure essere e in quel minimo inevitabile può nascondersi l’insidia. Ma le fughe irresponsabili! Perché non fare un semplicissimo ragionamento e concludere che mi porto appresso, in quel modo, una scia virale? Che la spando ovunque io passi? E basta mugugnare, italiani! Si poteva fare meglio? E grazie a ‘sto cavolo che si poteva fare meglio! Sempre si può fare meglio! Scusate connazionali amati, ma tanto mugugno contro questo e quello, mi puzza tanto di auto legittimazione a non seguire le regole. Così che per protesta contro chi ha lavorato, si suppone, male, si sparge a piene mani il virus!

Sono apartitico e agnostico, il mio pensiero è indipendente da qualsiasi organizzazione partitica, da qualsiasi ideologia o pseudo tale, è un pensiero rigorosamente laico. Faccio del mio meglio per pensare scientificamente e la forma di pensiero più vicina alla scienza, che accomuna o può accomunare, tutti, è il buon senso, vedere le cose per quello che sono e trarne le conseguenze pratiche, d’uso.

Caro diario,

la mia giornata da auto-esiliato prima e da quarantenato ora, eccola: scrivo e leggo, compongo e leggo, scolpisco e leggo, dormo e leggo, porto al parco Trolly, ben guinzagliato, leggendo e, leggendo, lo riporto a casa, dove resto e leggo. Poi scrivo, compongo, scolpisco, comunico con molta gente grazie agli splendidi strumenti tecnologici che quando non sono usati in modo imbecille sono davvero splendidi, poi leggo. Siccome sono a dieta cucino poco, ma mi capita di cucinare; in genere sono ospite a tavola per frugali pasti dalla mia signora, Dina Buccino, che condivide con me, oltre al cibo da lei preparato, l’isolamento, le preoccupazioni e i progetti di recupero, rifuggendo, insieme, il panico e l’angoscia. Poi leggo. Risistemo cose in casa che da tempo dovevano essere risistemate. E leggo. Quando, rarissimamente, non so che fare, leggo. Di tutte queste cose – che volete? Mammà m’ha fatto così … grazie mamma – almeno una la possiamo fare tutti ma proprio tutti: leggere.

Auguro a tutti un non-impossibile-felice isolamento.

AF

PS: amici nel mondo, non ho nessuna voglia di tradurre. Studiate l’italiano (anche gli italiani).

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